Le vitamine sono sostanze organiche contenute negli alimenti in quantità molto piccole indispensabili per la crescita e il mantenimento dell’organismo. La loro mancanza o insufficiente presenza nella dieta, determina specifiche manifestazione morbose, dette avitaminosi o ipovitaminosi.
Sono fondamentali per la crescita di qualsiasi individuo ed è necessario che alcune vitamine e minerali siano presenti in determinati momenti, in quanto questi nutrienti facilitano le reazioni chimiche che formano, tra l’altro, la pelle, le ossa e i muscoli.
Se vi fosse una grave carenza di uno o più di questi nutrienti, un bambino potrebbe incorrere in una malattia; anche carenze minori possono causare gravi danni permanenti.
A differenza di altri nutrienti, come le proteine, i carboidrati o i grassi che vanno assunti in grandi quantità e che vengono trasformati e bruciati dal nostro corpo, le vitamine funzionano come dei catalizzatori, favorendo moltissime reazioni fondamentali per il tuo benessere.
Storia delle vitamine
La prova sperimentale dell’esistenza di fattori dietetici accessori risale al 1897. Nel 1910, il primo complesso di vitamine è stato isolato dallo scienziato giapponese Umetaro Suzuki, che riuscì ad estrarre un complesso solubile in acqua di micronutrienti dalla crusca di riso. Questa scoperta venne pubblicata in una rivista scientifica giapponese. ma quando l’articolo è stato tradotto in tedesco, la traduzione non riuscì a far comprendere che si trattava di una sostanza nutritiva di recente scoperta e, quindi, non suscitò il giusto interesse.
Così per avere un nome ufficiale bisognerà attendere il 1912, anno in cui lo scienziato polacco Casimir Funk isolò e identificò il composto organico essenziale alla vita dell’organismo, attribuendogli il nome di vitamina = ammina della vita.
Dopo il 1920 alcune manifestazione morbose iniziarono ad essere messe in relazione con la carenza dietetica e quindi vitaminica, come ad esempio lo scorbuto che poteva essere curato somministrando dosi di succhi di frutta. Il fattore contenuto nella frutta venne chiamato Vitamina C.
La ricerca e la sperimentazione continuarono velocemente e prima degli anni ‘30 vennero individuate le 13 vitamine oggi note e si iniziò a riprodurle in laboratorio per crearne la versione sintetica.
Classificazione delle vitamine
Le vitamine sono classificate per la loro attività biologica e chimica, ma non per la loro struttura e la loro costituzione chimica permette una classificazione per solubilità, vengono quindi arbitrariamente raggruppate in due classi:
- Vitamine liposolubili (solubili in grassi): vitamine A, D, E, K.
- Vitamine idrosolubili (solubili in acqua): tutte le vitamine del gruppo B e la vitamina C.
La solubilità nei lipidi rende queste vitamine immagazzinabili dal fegato e dai tessuti adiposi, permettendo quindi la creazione di riserve a cui l’organismo può attingere nei momenti di necessità. Questo non è possibile per le vitamine idrosolubili che devono quindi essere assunte costantemente con gli alimenti.
Le vitamine con funzione antiossidante
Alcune vitamine svolgono un’azione antiossidante. Sono cioè in grado di contrastare l’azione dei radicali liberi responsabili, se non controbilanciati, di causare l’ossidazione cellulare, responsabile dell’invecchiamento generale dell’organismo e dell’insorgenza di alcune patologie anche gravi.
Le tre vitamine che rivestono questo ruolo sono: la vitamina A, la vitamina C e la vitamina E.
Assorbimento
L’assorbimento delle vitamine è sensibile a fattori ambientali quali il calore, presenza di aria e luce, pH acido/base, e quindi può variare con la modalità di conservazione del cibo, di cottura e con le associazioni di alimenti all’interno dello stesso pasto.
- Vitamina A: sensibile al calore, alla luce, all’aria e all’acidità.
- Vitamina B12: sensibile alla luce.
- Vitamina C: sensibile al calore (si degrada subito a una temperatura di 40° e dopo due giorni a temperatura ambiente), alla luce, all’aria e all’alcalinità.
- Vitamina D: sensibile all’aria e all’acidità.
- Vitamina E: sensibile al calore, alla luce e all’aria.
- Vitamina K: sensibile alla luce e all’alcalinità.
- Vitamina B1: sensibile al calore, all’aria e alcalinità.
- Vitamina B2: sensibile al calore, alla luce e all’alcalinità.
- Vitamina B3 o PP: resistente in tutte le condizioni.
- Vitamina B5: sensibile al calore.
- Vitamina B6: sensibile alla luce.
- Vitamina B9: sensibile al calore, alla luce, all’aria e all’acidità.
Carenza e surplus di vitamine: ipervitaminosi e ipovitaminosi
In una dieta bilanciata ed equilibrata non vi è alcun rischio di incorrere in ipervitaminosi o ipovitaminosi. Un surplus è invece possibile utilizzando integratori multi vitaminici che dovrebbero essere assunti solo in casi di carenze accertate dal proprio medico.
L’ipovitaminosi invece si verifica in casi di malnutrizione, in caso di aumento del fabbisogno (ad esempio in gravidanza o in allattamento) o se si seguono diete sbilanciate e carenti di alcuni macro nutrienti, come ad esempio nella dieta vegana, dove un’integrazione vitaminica è quasi sempre necessaria.
L’Unione europea e altri paesi hanno norme che definiscono i limiti dei dosaggi delle vitamine per il loro uso sicuro come integratori alimentari. La maggior parte delle vitamine che vengono venduti come integratori non possono superare una dose massima giornaliera. Preparati che superano questi limiti di legge non sono considerati integratori alimentari e possono essere venduti solamente dietro a prescrizione medica, a causa dei loro potenziali effetti collaterali.
Come risultato, la maggior parte delle vitamine liposolubili (come le vitamine A, D, E e K), che contengono una quantità superiore della dose giornaliera sono prodotti farmaceutici. Il dosaggio giornaliero di un integratore vitaminico, per esempio, non può superare il 300% della dose giornaliera raccomandata e, per la vitamina A, questo limite è ancora più basso (200%). Tali regolamenti sono applicabili nella maggior parte dei paesi europei.