Il basilico è un’erba aromatica che nasce in india ma ormai fa parte della tradizione culinaria italiana ormai da moltissimi anni.
Dal profumo intenso e facilmente riconoscibile trova spazio in molte ricette in cui si presta bene il suo utilizzo, in alcune non può proprio come mancare ad esempio se parliamo della pizza. Per comprendere bene l’importanza bisogna percorrere qualche tappa della sua fantastica storia.
Storia e cultura del basilico
Il basilico in passato nella sua storia non è sempre stato riconosciuto come un’erba aromatica da poter utilizzare nelle preparazioni, bensì veniva apprezzato come elemento nelle superstizioni diffuse dalle popolazione dell’Asia, del Medio Oriente e Del Mediterraneo.
Infatti se andiamo a guardare i primi documenti che attestano l’utilizzo del basilico in cucina fanno riferimento al 18° secolo: sia i greci e sia gli egizi consideravano la pianta come un vero e proprio simbolo, si pensava che il basilico era di buon auspicio per il viaggio nell’aldila e lo utilizzavano per le imbalsamatura.
Viceversa in Europa con i Romani si pensava fosse una pianta diabolica, che portava sfortuna e odio!
Tuttavia ci sono state popolazioni come i cinesi e gli arabi che lo riconoscevano positivamente, infatti sfruttavano le proprietà benefiche del basilico nel campo della medicina. Infatti il basilico si prestava utile per preparare infusi dalle proprietà sedative ed era considerato anche un ottimo alleato contro i problemi di stomaco e di digestione.
Basilico in cucina: usi e tradizioni
Il basilico è presente in grande percentuale nelle ricette della tradizione italiana, infatti per il popolo italiano non esiste spaghetto al pomodoro senza l’aggiunta di basilico. Usanza che anticipa l’ingrediente con cui il basilico si trova più a suo agio, i pomidori maturi.
Il basilico inoltre si sposa bene con l’utilizzo di olio d’oliva, non a caso è la base della salsa tipica ligure: il pesto.
Inoltre si presta per insaporire insalate, zucchine, salse varie e zuppe a patto di essere aggiunto negli ultimi secondi di cottura.
Infatti il basilico non ama delle cottura prolungate e violente, da il meglio di sè quando utilizzato fresco.
Le lunghe cotture vanno ad attenuare velocemente il sapore fino a farlo scomparire, facendo rimanere poco del suo profumo che caratterizza il piatto.
È anche sconsigliato lasciarlo essiccare in quanto questo processo gli conferisce un’aroma decisamente più amaro che ricorda il fieno.
Viceversa se si intende conservarlo per un lungo periodo è meglio congelarlo, in questo modo il basilico trattiene molte delle sue caratteristiche principali.
Basilico in cucina: la coltivazione
Il basilico si trova a suo agio nel clima mediteranno, per dare il meglio di sè cerca una temperatura intorno ai 20°-25°, mentre non si esprime al meglio nei territori particolarmente freddi.
È una piante che gradisce le continue innaffiature e la rimozione manuale di eventuali cime che rallentano il loro ciclo vitale.
Infatti se i fusti vengono lasciati fiorire, il basilico rallenta fino a fermare la crescita delle foglie e ne riduce la produzione di oli essenziali che conferisce il tipico aroma della pianta.